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LA PESCA

 

A casa mia, a Mazara,  si è sempre parlato di pesca, d’altronde, vivevamo di quello. Su una sedia non è mai mancato un Suttanu (parte della rete a strascico) un Moraru (il mòdio di legno o canna) ed una Avugghia (ago in legno). Mia madre il tempo libero lo passava a fare questa parte della rete a strascico. Mio padre invece, in pensione, il tempo libero specialmente quando eravamo nella casa, cosiddetta di campagna, lo trascorreva a costruire le nasse, un amore di gioventù trasmesso dalla sua famiglia. Juncu (giunco), Virie (germogliazione dell’ulivo) e Filu di paritu (filo di nylon sottile) erano le armi del mestiere.  Ma quante e quali sono i sistemi e le attrezzature da pesca? In Sicilia ne esistono tanti, qualcuno ormai è poco usato altri costituiscono il lavoro principale della marineria. Voglio qui adesso descrivere, brevemente, quelli di cui ne sono a conoscenza:

 

La pesca a strascico                              

Lo strascico, che rappresenta l’attività principale della marineria mazarese, fa parte della pesca al "traino" ed in cui la rete esercita la capacità di cattura del pesce mentre viene trainata dalla barca. La rete è costituita da molte pezze di rete lavorate con filo di diverse dimensioni e maglie di varie aperture fino a terminare con un sacco finale con maglie di 4 cm circa. La rete a strascico impiegata comunemente è quella a divergenti. Infatti due divergenti di metallo o legno a forma rettangolare o ovoidale, provvedono a tenere la bocca della rete aperta in senso orizzontale. Dei cavi d’acciaio, che variano la lunghezza a seconda del fondale, provvedono al traino. La cala consiste nel mettere in acqua la rete, i divergenti ed i cavi e può durare da 2 a 4 ore mediamente. Il salpamento, la tirata a bordo della rete, si conclude con l’apertura del sacco finale e la cernita del pesce che viene incassettato per specie e qualità.

 

Le Nasse

Le nasse sono, generalmente, costruite con giunco e germogliazioni d’ulivo, rappresentano delle trappole per il pesce. Il sistema d’entrata è fatto in modo che il pesce una volta entrato non riesce più ad uscire. Per catturarlo si usano delle esche (teste di gamberi, sarde, pulci di mare ecc.) che vengono messe all’interno della campa (volta) e attirano il pesce. Vengono calate in mare in serie legate tra di loro con una corda e fornite di màzzara (un peso per tenerle ancorate in fondo) e vengono segnalate con un galleggiante con banderuole. Una nassa può catturare anche 80 Kg di pesce e di qualsiasi specie, a seconda della grandezza della stessa,  dal tipo di esca usata e dalla caratteristica del fondo dove viene calata.

 

Il Cianciolo

Il Cianciolo fa parte delle rete a circuizione e consiste in una grande rete rettangolare formata da varie pezze diverse per tipo di filo e dimensione della maglia e varia a seconda del tipo di pesce che si intende catturare. Si utilizzano delle fonti luminose “lampare” per attirare il pesce azzurro. Un cavo chiude la rete sulla lima (corda) dei piombi e il pesce catturato viene issato a bordo per essere incassettato.  Particolare la pesca a cianciolo usata a Lampedusa e nelle Isole Eolie per la cattura delle Ricciole adulte. Vengono usate come esca o il Cicirello vivo o il Pedagno,polpo morto legato ad una cima (corda).

 

Il Tremaglio

Per la piccola pesca è la rete da posta più comune, è formato da tre pezze di rete sovrapposte (da qui il nome) e di cui le due esterne sono identiche e formate da maglie grandi mentre quella interna ha maglie piccole e rapporto d’armamento basso. La lunghezza varia da mille a duemila metri. La parte superiore della rete è collegata ad una lima galleggiante mentre quella inferiore è collegata ad una lima da piombi. La rete viene calata in mare, sottocosta, con dei galleggianti a banderuole per facilitarne il recupero. 

 

La Pesca a Volante

E’ una pesca praticata, principalmente, in Adriatico ma che anche alcune marinerie siciliane ormai, adottano. Si usa principalmente per il pesce azzurro e consiste nel trainare una rete con due imbarcazioni. La pesca prevede il calo della rete da parte di un’imbarcazione, successivamente la barca di coppia la affianca e riceve l’estremità di un cavo di traino. Poi le barche si allargano e incominciano la traina rimanendo collegate da un cavo d’acciaio. Il tempo di cala dura da 1 a 2 ore. A conclusione della pescata, i cavi sono salpati in contemporanea dalle due barche che accostandosi permettono il salpamento della rete su una delle due barche.

 

Le reti ad imbrocco

La rete da posta ad imbrocco, a differenza del tremaglio, è formata da una sola pezza ed il pesce una volta entrato nella rete non riesce ad andare più né avanti né indietro rimanendo ammagliato. La maglia varia a seconda del tipo di pesce che si intende catturare (più piccola per sarde, acciughe ecc., media  per triglie, tordi, serranidi ecc.; medio-grandi per tonnetti, alalunghe, palamiti ecc.; grandi per la cattura del pesce spada. Sono reti molto lunghe e possono essere di tipo fisse o derivanti.

 

La Ferrettara

E’ la principale delle reti derivanti, se si esclude la spadara ormai vietata, con una lunghezza massima di duemila metri e con una maglia che non supera i 18 centimetri. L’altezza è compresa tra i 20  e i 30 metri. Nella parte superiore è fornita di galleggianti mentre nella parte inferiore vengono attaccate delle màzzare (pesi) che servono a mantenere la rete verticalmente. Le reti derivanti rivestono una certa importanza in poche marinerie.

 

Menaide o Tratta

E’ una rete da posta derivante molto antica che generalmente viene utilizzata per la pesca del pesce azzurro ed il meccanismo di cattura è quello delle reti ad imbrocco. Nella zona del Catanese è abbastanza diffusa e viene utilizzata una piccola menaide per la cattura delle acciughe (masculini) che vengono commercializzate freschissime.

 

Altre reti da posta fissa

Incastellata: è una rete composta mista tra un tremaglio, situato sotto e una rete da imbrocco, posta sopra al primo, allo scopo di insidiare anche branchi di pesce pelagico, è nota in Sicilia con il nome di ‘mpardata.

Ricciolara o "schitta": è una rete superficiale, in monofilo di nylon sottile, che viene usata soprattutto sotto costa, esclusivamente per la cattura di giovanili di ricciola; può essere usata anche come derivante.

Palamitara: è una rete usata raramente al largo per la cattura dei Palamiti, Tombarelli e Allitterati. Questo tipo di pesca è in disuso, e la rete viene soprattutto calata sotto costa per la cattura dei Palamiti.

Alalungara: è una rete da superficie derivante usata raramente al largo per la cattura delle Alalunghe. Le maglie vanno da 16 a 18 centimetri.

 

La Tonnara

E’ il più tradizionale sistema di pesca del tonno ed è costituito da un insieme di reti fisse di cui: uno parte dalla riva per qualche miglio a mare e serve per interrompere la corsa ai tonni e dirigerli verso il secondo complesso composto da numerose camere fino alla camera della morte dove avviene la mattanza. Il Rais, dopo vari canti, preghiere e riti propiziatori, ordina l’inizio della mattanza. Di Tonnare ormai ne sono rimaste poche.

 

Rete a circuizione per il tonno

Questo tipo di pesca si è sviluppata con la riduzione delle tonnare. Infatti è nota come tonnara volante. La rete, nella parte sommersa, ha un cavo di chiusura e quando viene salpata diventa un sacco in cui il pesce rimane imprigionato. Ha dimensioni veramente notevoli. Può raggiungere e superare i 1700 metri di lunghezza ed un’altezza di 400 o anche più metri. Le maglie hanno dimensioni da 70 a 120 mm di lato a seconda delle varie parti della rete e il filo costituente le pezze di rete ha elevatissimo diametro (anche 4 mm). Una volta individuato il banco di tonni, si procede con la maggiore rapidità consentita a calare, attorno al banco, la rete e a chiuderla. Più elevata è la velocità di manovra  più probabile è la cattura.

 

Il Rezzaglio

E’ un’antica rete circolare, con piombi nella parte finale, che viene lanciata a mano dai pescatori ed imprigiona a pelo d’acqua salpe, cefali, spigole ma anche anguille o altri pesci che si trovano nell’area del lancio. Viene raccolta con le mani utilizzando una procedura ben precisa che ne favorisce la successiva apertura al momento dell'uso. Ho conosciuto un pescatore che ha mantenuto la famiglia, numerosa, con questa pesca fatta da riva.

 

Palangari

Nella piccola pesca, che usa vari sistemi di pesca, è molto diffuso il palangaro (Conzu) che è formato da una lenza di nylon spessa armata con molti ami e raccolta dentro casse o ceste. Nella fase di pesca, dopo aver innescato gli ami, viene adagiato orizzontalmente in mare. A seconda del tipo di pesce che si intende catturare viene scelto il tipo di esca e può essere calato sia sul fondo del mare che a pochi metri di profondità. Con i palangari fissi si hanno come bersaglio i saraghi, i dentici, i merluzzi  mentre con i palangari derivanti si hanno come bersaglio i pesci spada ed i tonnidi.

 

Totanare

Le totanare (Ontri) sono costituite da lenze che portano un cestello formato da ami (Tradituri) fissati ad un sostegno di piombo ed in cui è legato un pezzo di pesce salato. La barca fornita di lampara attira i Totani o Calamari. Si pesca facendo scendere e salire continuamente l’attrezzo fino a che non viene acchiappato dai tentacoli del cefalopode e viene issato a bordo mantenendo sempre la lenza tesa. L’attrezzo può essere fornito di luce propria in quanto la luminosità attira i cefalopodi.

 

Bolentino

Il Bolentino è formato da una lenza che funge da asse principale a cui sono attaccati due o tre braccioli forniti di amo e dal piombo il cui peso varia con la profondità che si intende raggiungere. Non è possibile utilizzare il galleggiante perché si deve pescare al Tocco, avvertendo cioè l’abboccata, dalle vibrazioni trasmesse. Si pesca dalla barca su fondali da pochi metri fino ad un massimo di -100 e con lenza che tocca il fondo.

 

Lenza a traina

E’ una lenza a Bolentino robusta che è adoperata per la pesca ai Tonnetti o alle Ricciole con due ami e avendo come esca o Calamaretti o Aguglie. Mentre per i Tonnetti si può praticare per tutta la giornata per le Ricciole solo all'alba ed al tramonto.

 

Infine voglio segnalare qualche pesca particolare e specifica:

Pesca d’ombra

E’ la pesca alla Lampuga (Capone) che si svolge mettendo in mare, nel mese di agosto i Cannizzi ovvero corpi che fanno ombra composti da foglie di palme fissate a galleggianti ed ancorate con màzzare. Per la pesca si usa un Cianciolo ridotto chiamato Caponara. Con questo sistema si catturano anche Ricciole e Pesci Pilota (Fanfali).

 

Pesca al pesce Spada

Nello stretto di Messina la pesca tradizionale al pesce spada si effettua con la Feluca un’imbarcazione provvista di un albero di avvistamento alto circa 20 m su cui sta l’Antinneri che una volta avvistato il pesce urla al Lanciatore, appostato su un lungo ponte e armato di una lunga fiocina, gli spostamenti del pesce fino a che lo arpiona.

GUARDA UN ANTICO VIDEO DELLA PESCA A STRASCICO MAZARESE

http://www.youtube.com/watch?NR=1&v=Lv8PdLmjQ60&feature=endscreen (Mazara pesca)

SI VEDE ANCHE UN MIO ZIO E IL PESCHERECCIO DI MIO NONNO CHE E' RIPORTATO SULL'HOME PAGE

Un altro filmato del 1958 ci fa vedere un peschereccio mazarese in attività di pesca nel canale di Cagliari. Il Capitano è lu Zu Vicenzu Quagghiareddra (Vincenzo Quinci): (Clicca a schermo intero per vedere meglio il video)